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Grounding Shapes

direzione artistica: Eleonora Frattarolo

 

artista: Julia  von Stietencron

 

 

Con l’installazione Grounding shapes eseguita nel Fienile del Campiaro Julia von Stietencron traccia similitudini a livello simbolico che appartengono al mito più antico, tra i fili della ragna, i reticolati della tessitura e la trama dei raggi del sole, disposti a confronto in un mondo senz’ombre, chiaro come le linee luminose e classiche della pittura giapponese o come gli abbracci aperti e trasparenti di questa tensiostruttura levitante come zucchero filato. Sappiamo che i fili delle reti del mondo non sono virtuali, non lo sono quelle dei nostri pensieri che lo trasformano continuamente, né quelli delle visualizzazioni che, nei programmi di software, ne traducono i progetti in modelli e prototipi. Le ragnatele, progenitrici del concetto di rete, dunque, vanno prese sul serio, perché lungo i fili sericei delle ghiandole del ragno scorrono sia l’acqua, con le lacrime di rugiada che le increspano di perle di cristallo nell’umidità del mattino, sia il fuoco di luce, che le trasforma da sputi di seta gonfi e ondeggianti nell’aria, in filiformi scintillii radianti. Tale fluire possiede la medesima sintassi reperibile nel corso dei fiumi, nelle sinapsi e nel calibro dei cavi di fibre ottiche in cui circolano le informazioni del nostro mondo elettronico. Più che palpitanti vessilli aerei, queste tessiture dalla testura sfrangiata e severamente compatte nel disegno netto di parabole e d’iperboli, sono, però, in qualche modo, ragne di terra, bozzoli aperti e conservativi come involucri, frutto dell’opera più duratura dei ragni terricoli o dei ragni saltatori che volano ingoiando i lanci della loro seta, trasformando i sedimenti di polvere in architetture diramate nei versi del tempo, all’interno del plurimo orientamento degli spazi chiusi. Appaiono come forme di consistenza architettonica proprie del mondo animale della cattura e della metamorfosi, temi traslati nei bendaggi egizi dell’anima, appuntite verso l’alto e come ancorate a un invisibile e permanente telaio matematico, non solo biologico, rappresentando funzioni ed equazioni dimostrabili tanto nelle distanze dell’astrofisica, quanto nei meandri della musica o nei rigori concreti dell’opera del ragno tessitore.

Ranieri Frattarolo

 

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